WANTED: LE BANDS CHE NON ESISTONO

  Le Bands che non esistono …sono sempre esistite. Per “bands che non esistono” intendo quelle creazioni mediali (oggigiorno “multimediali”) delle case discografiche, degli imperi del suono e dell’immagine.Proprio l’altro giorno guardavo su VH1 un programma sui Monkees, “inventati” – quasi – dal niente nel 1965. Inventati che fossero, ci sono canzoni dei Monkees (dai un occhio qui: http://www.monkees.net/default.htm) che vale ancora la pena di ascoltare. Scrivere un “pop hit”, una “bubble gum song”, per banale che la musica sia, non e’ assolutamente cosa banale da farsi. Tanto che i Monkees stessi caddero miseramente nella inammissibile tentazione di voler fare “come i Beatles”, scrivendosi la proprie canzoni e …squagliandosi come neve al sole.Le “bands che non esistono” hanno continuato ad esistere anche dopo i Monkees, passando anche per gli inammissibili Milli Vanilli e i penosi Culture Club, fino ad arrivare alle Spice Girls. Ogni tanto anche le “bands che non esistono” si riuniscono.Sta per succedere con le Spice Girls. Mentre Springsteen sta per suonare a Milano, le Spice Girls stanno per avviare a Vancouver un tour mondiale che rischia di spazzar via tutti i records …As you may know I am not a Springsteen fan , nonetheless …le Spice Girls non si capisce neanche se sappiano cantare … Sicuramente in lip-synch sono bravissime, e per quel che si capisce dai vari video “live” rintracciabili su Youtube (qui si vede Spice up your life: http://www.youtube.com/watch?v=hsKrc39gsjc), dal vivo molto opportunamente si limitano a stare attaccate il piu’ possibile al nocciolo della melodia. Quando poi si registra in studio non occorre nemmeno essere intonati. Un paio delle ragazze (ex-ragazze) mi par di capire che sarebbero anche in grado di far qualcosa; le altre sono – diciamo cosi – “coreografiche”.Ma basta la “coreografia” a far vendere milioni di cds? La musica non la compra piu’ nessuno! Le vendite calano in maniera esponenziale anno dopo anno. Basta la “coreografia”? Aiuta, ma non basta. Ci sono cantanti donne (e uomini, I suppose) bellissime che nonostante la valenza estetica non hanno venduto – giustamente – un disco.  Allora? Allora bisogna saper confezionare una “hit”.E non e’ come dirlo. Ascoltatevi “I’m a Believer” o “Daydream Believer” dei Monkees, ascoltatevi “Viva Forever” o “Stop” delle Spice Girls. Le ascoltate e dovete dire: meant to sell, ovvero, fatte per vendere! Fatte per piacere subito, letali! Ma c’e’ di piu’. Piacciono anche a dieci, o quaranta anni di distanza.Se mi mettete su “Viva Forever” l’ascolto volentieri. Se mettete su “Stop” tutti attorno a voi attaccheranno a “fare le mosse”. “I’m a Believer” e’ a tutt’oggi un cavallo di battaglia delle nostre serate di canto assatanato qui a New York.Perche’? Perche son fatte bene – chi le a scritte, arrangiate e prodotte sapeva molto bene quel che stava facendo. Io amo il blues (che raggiunge il massimo del suo senso solo “live”), ed il blues e’ come un bicchier di vino di quello fatto in casa.La musica delle Spice Girls e’ come la Coca Cola. Si vende molta piu’ Coca Cola (prodotto super-industriale) che vino fatto in casa. Ma chi direbbe che la Coca Cola e’ una cosa da buttar via? Riro Maniscalco

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