Dany Franchi Band

Parafrasando Alessandro Manzoni potremmo dire che Daniele Franchi è andato a sciacquare gli spartiti negli States: infatti, dopo alcune settimane di permanenza negli USA, la collaborazione con Sean Carney (veterano del blues internazionale) e la partecipazione a molti concerti tra i quali il rinomato Marietta Blues Festival (non inganni il nome, è un importante evento musicale in Ohio) nasce I BELIEVE, il secondo lavoro della Dany Franchi Band. Il periodo di studio e confronto con molti artisti negli USA ha dato i suoi frutti e il CD, pubblicato pochi giorni fa, risulta un gran bel lavoro sia all’ascolto immediato che a quello pi๠meditato dopo vari passaggi. Daniele sta portando avanti un personale progetto di crescita con molta determinazione e ritengo che I BELIEVE rappresenti un momento importante di verifica sia nei confronti del pubblico (inteso in termini di business e di appassionati follower) che di se stesso. Nonostante la giovane età (24 anni, come gli altri componenti della band) siamo già alla seconda pubblicazione, dopo FREE FEELING del 2012, ed una (relativamente) lunga carriera da musicista. Daniele, infatti, imbraccia la chitarra da giovanissimo, anche se alterna il plettro alle bacchette amando spesso sedersi alla batteria, e suona con moltissimi gruppi genovesi. Perfeziona la sua formazione alla CPM, la prestigiosa scuola di musica di Mussida, dalla quale esce nel 2008 non solo diplomato ma anche convinto che la musica sarà , oltre ad una passione, la sua professione per il futuro. I suoi punti di riferimento sono i grandi maestri del blues ed in particolare i pilastri storici del genere come BB King, Albert King e Muddy Waters e le generazioni successive che spostano l’attenzione maggiormente verso il rock-blues come Eric Clapton, Steve Ray Vaughan e Robert Cray senza mai dimenticare il faro imprescindibile per chiunque suoni la chitarra elettrica, Jimi Hendrix. In realtà Daniele cresce in un ambiente musicalmente piuttosto florido come quello ligure: senza andare troppo indietro alla Scuola Genovese che, come sappiamo, ha sfornato grandissimi cantautori e musicisti sin dagli anni 60, negli ultimi venti anni vedono la luce in Liguria interessantissime realtà musicali che rappresentano il naturale ambiente di crescita di Daniele: mi riferisco, ad esempio ma non solo, ai Big Fat Mama, a Guitar Ray and the Gamblers, alla Rosa Tatuata e a Dr. Zibba & The Bad Luck. Tutti questi gruppi avranno in qualche modo un ruolo nella crescita di Daniele. Nel 2011, infatti, con i rinnovati Zibba & Almalibre girerà l’Italia come prima chitarra, parteciperà alla vincita del premio Tenco e calcherà prestigiosi palchi tra i quali quello televisivo di “Parla con me” di Serena Dandini; sempre nel 2011, con il supporto e l’incoraggiamento di Paolo Bonfanti e di Guitar Ray, formerà la sua band e metterà in cantiere il primo CD al quale parteciperanno anche Francesco Piu e Sean Carney. Ed eccoci tornati all’ultimo anno quando, proprio con la co-produzione di Sean Carney viene progettato e poi realizzato I BELIEVE, tutti pezzi nuovi (tranne una cover di Tom Waits) con testi semplici ma mai banali, tour veloci tra il classico blues, sporco e ruvido, e brani pi๠ritmati e quasi pop, per poi tornare al rock&roll e a sonorità pi๠tirate dove la chitarra la fa da padrona.

La dichiarazione di intenti è chiara e netta sin dal primo pezzo, Away from home: questo è un disco di blues! Ed infatti non si smentisce perché, anche se rallentando il ritmo, il pezzo successivo Teacher è ancora bluesato e emerge uno studio su voci in primo e secondo piano e l’ottima struttura ritmica della batteria e del basso. Il terzo brano I believe è quello pi๠suadente, degno di inondare le nostre radio, come spero. Segue un pezzo profondo e tecnico A man so true, bella e matura prova di composizione e stesura testi. Ancora sonorità lente e ritmate in Keep on Trying, dove Dany ci confessa la sua voglia di guardare al futuro. Sullo stesso stile il pezzo successivo Keep away from Jim dove compare un esercizio chitarristico coraggioso ma premiante per il risultato ottenuto. Ronnie’s shuffle è uno strumentale pi๠veloce, alla SRV che ci prepara adeguatamente agli ultimi tre brani. You keep me guessin’, rock&roll e costruizione ritmata e piacevole. Never satisfied è forse la mia preferita perché lenta e cupa, dove avrei visto bene la voce di Nick Cave al posto di quella di Carney, bellissimo il duello tra le due chitarre e la chiusura. Ultimo pezzo il remake, forse pi๠che cover, di Ol’ 55 di Waits dove Dany coraggiosamente mette la voce e la chitarra al servizio di un classico, nelle orecchie di tutti gli amanti della grande musica: il risultato è molto buono ed impreziosito dall’assolo. Quindi che dire: complimenti a Daniele e ai suoi compari, il bravissimo Carlo Dellepiane al basso ed il talentuoso Andrea Tassara alla batteria. Non ci resta che tenere la musica della Dany Franchi Band come sottofondo delle nostre giornate in attesa del concerto di lancio del disco che si terrà il 12 dicembre alla Claque di Genova, dove siete tutti invitati.

Davide Palummo, ottobre 2014

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