Thick As A Brick sequel

TAAB 1972
Cambiano i tempi, cambiano i media. Sono passati quarant’anni e ciò che nel 1972 si leggeva sul St. Clive Chronicle, a mò di copertina di uno dei più importanti album del brit progressive, THICK AS A BRICK, oggi viene riportato sulla newsletter della parrocchia di St Clive presente sul web all’indirizzo www.stcleve.com/ e la sua homepage diventa la copertina del sequel, THICK AS A BRICK 2.
Cambiano i tempi, cambiano i media ma le notizie riguardano sempre Gerald Bostock, colui che un tempo era un bambino prodigio della letteratura (piccolo Milton, addirittura) oggi 50-enne potrebbe essere diventato un predicatore, un militare, un finanziere o chissà cosa. Questa la trovata di Ian Anderson che pubblicò con i suoi Jethro Tull un concept album sui presunti testi di un ragazzino ed oggi ci racconta cosa potrebbe essere diventato, dopo scelte, errori, incontri, insomma dopo aver vissuto una vita.
TAAB2 2012
Non si capisce bene se questa è una pura trovata commerciale in un’era dove l’originalità ha ben poco spazio oppure se il progetto, composto dal disco e dai vari concerti che sono in programma dal 14 aprile e toccheranno la Gran Bretagna, per le date di apertura e chiusura del tour, una trentina di città europee ed una ventina negli USA, ha una sua dignità ed un valore musicale. Di sicuro lo scozzese Ian Anderson a 65 anni ha ancora molto da dire con la sua calda ed inconfondibile voce, il suo flauto e gli altri strumenti che anche in questo TAAB2 suona assieme alla band, assente solo Martin Barre, lo storico chitarrista dei JT. Il sequel di TAAB è ancora un concept album diviso in due parti (DIVERGENZA e CONVERGENZA) dove vengono esplorate le varie vite possibili del personaggio Gerald Bostock, alter ego di Ian Anderson, dove impera il ritornello SE, FORSE, SAREBBE POTUTO ESSERE che ricorda gli scherzi del destino, il fato, il karma di ognuno di noi. Il disco è godibilissimo sia da chi ricorda il vecchio lavoro e le sonorità che hanno sempre contraddistinto i JT sia per chi lo ascolta come lavoro a sé stante. L’inizio con From a Pebble Thrown è il punto di congiungimento con l’album del 1972, seguono poi altre 16 tracce che appunto percorrono le varie ipotesi che danno risposta al sottotitolo dell’album “Che cosa sarà successo a Gerald Bostock”. I pezzi sono tutti di buona qualità, troneggiano la voce di Anderson, sicuramente mutata negli anni, ma ancora molto riconoscibile, ed il suo flauto, quasi un marchio di fabbrica. Tra pezzi strumentali (Pebble Instrumental), raccontati (Might Have Beens) e di collegamento con il vecchio album (Old School Song) si arriva piacevolmente alla fine (What-ifs, Maybes And Might-have-beens) dove in una strofa è contenuto il succo di tutto il progetto:

…Prima o poi tutti finiamo per chiederci se fosse andata – beh – semplicemente in modo diverso. Una via imboccata per caso, una pagina mai aperta o un breve incontro, sbocciato, o finito in niente…

La conclusione è che TAAB2 è un ottimo disco di post-progressive con sonorità degli anni 70, suonato da grandi musicisti un po’ incanutiti ma che possono ancora insegnare come si fa ottima musica, made in UK.

Davide Palummo, Aprile 2012

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