LO CONFESSO: MI INTERESSA BRITNEY SPEARS

Lo confesso: ho un interesse per Britney Spears. Un interesse pieno di compassione. Confesso di non conoscere – credo – alcuna sua melodia. Ricordo che qualche anno fa circolava un suo video in cui ancheggiava con una gonnellina da studentessa. La canzone – cito a memoria (non vado neppure a vedere su google…) doveva chiamarsi One more time o giù di lì (c’è anche una One more time dei Lynyrd Skynyrd, ma questa è storia). La ragazzina ha venduto tonnellate di dischi fino a ritrovarsi con uno dei più simpatici conti in banca del nordamerica. Non contenta ha pensato bene di sposarsi, di fare un paio di figli, di sistemarsi in una casetta sufficiente per 6 famiglie messe insieme (oppure per una sola famiglia con 28 figli, una suocera e un banco di terranova). Dopodiché, come si dice a Milano, l’è sciupada (trad: “è scoppiata”). Il caso è sotto gli occhi di tutti e quindi evito i particolari. Ogni giorno la notizia è “Britney ricoverata”, oppure “Britney dal giudice”. Anche le love story o le becero-news del tipo “Britney beccata senza slip mentre balla il cha-cha-cha” hanno abbassato il tono per far spazio allo strazio-gossip di una biondina che si sta rovinando. Poveraccia.

Ho iniziato dicendo: ho un interesse per Britney. Lo confesso: prima mi stava sulle palle, ora vorrei darle una mano. Questa ragazzina sta menando avanti un’esistenza da zombie, con mezzo showbusiness mondiale che si aspetta ormai da un momento all’altro la peggiore delle notizie, come poteva avvenire da un momento all’altro per Kurt Cobain dopo il collasso di Roma. Proporrei una novena per lei e per i suoi figli, proporrei una manifestazione di sostegno, proporrei un ricovero coatto, una raccolta di fondi per farla curare da qualcuno che lo faccia sul serio. Proporrei qualsiasi cosa per una ragazzina fagocitata da qualcosa di cui evidentemente non conosce il potere distruttivo. Chiamiamolo successo, chiamiamola fame-fever, chiamiamola soprattutto incapacità di fare i conti con se stessa e con la vita, chiamiamolo come stracavolo si vuole. La sua “rivale” Christina Aguileira ha mostrato di avere palle e scorza per veleggiare abilmente nello stardome, Britney nella stessa situazione ha mostrato di crollare, prosciugata – come è successo a molti, Elvis in testa, con cui le analogie sono fin troppe: non son poi nati troppo lontani, entrambi cresciuti nelle chiese battiste del South – da un entourage pronto a costruirne l’immagine e prontissimo ad allontanarsene e lasciare che alcool e “medicine” facciano il resto. Britney non ha fatto nulla di musicalmente rilevante, non spero che superi i suoi demoni per darci qualche grande disco. Spero che li superi perché possa sopravvivere a quello che è il fantasma di se stessa. Che la smetta di cercare di reagire cantando e mostrando chiappe e tette, con qualcuno ancora pronto a spremere quel po di vitalità che le è rimasta. Spero che mandi tutti a quel paese e che si accontenti di fare la mamma (e la moglie, se ci riesce) in un qualche sperduto ranch del profondo Sud da cui viene. Al massimo vendendo pomodori verdi fritti….

Walter Gatti

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