C’è qualcosa di nuovo a Bologna. Un manipolo di allegri compagni ha dato vita ad un progetto di cui – forse – c’era bisogno. Il progetto è quello del Centro Internazionale della Canzone d’Autore, un “luogo†all’interno del quale riflettere, documentarsi, approfondire, dialogare sulle mille e una complicità esistenti tra parola e musica, tra suono e testo, tra pentagramma e versetto. Il Centro è stato presentato ieri a Bologna (qualche flash dai media: http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/cultura/news/2008-02-07_107169952.html e http://qn.quotidiano.net/2008/02/06/63425-lucio_dalla_fonda_centro_internazionale_della_canzone_autore.shtml)  con i promotori dell’idea schierati al gran completo: Lucio Dalla e Davide Rondoni in primis, poi tutti gli altri (Gian Mario Anselmi, Franz Campi, Guido Elmi, Francesco Giardinazzo, Marco Tutino, Marco Alemanno e Valerio Grutt). Il Corso ha già un attività in partenza, vale a dire il Corso sulla canzone d’autore proposto dall’Università di Bologna, visto che il tutto nasce da un’intuizione di Rondoni, che guida il Centro di Poesia dell’Ateneo. Le lezioni si apriranno l’11 marzo e saranno tenute da Francesco Giardinazzo, di volta in volta con ospiti come Claudio Lolli, Claudio Capossela e Giovanni Lindo Ferretti. Anche chi scrive fa parte dalla combriccola, e si è preso la briga di sviluppare il sistema web del Centro (on line nei prossimi giorni) e parte della comunicazione verso i media (insieme alla sorridente Francesca Rossini), ma soprattutto ha messo a punto il sistema di “archivio della canzoneâ€, che funzionerà da strumento di documentazione e da base dialogica per tutti coloro che vorranno iniziare a confrontarsi sui valori della canzone italiana (ma non solo). Interessanti alcune precisazioni in conferenza stampa. Davide Rondoni: “Smettiamola di dire che la canzone è poesia: ad una canzone si chiede di essere una bella canzone, senza invasioni di campo, come ad una poesia si chiede di essere una bella poesiaâ€. E Lucio Dalla: “sarebbe bello ritornare ad offrire ai giovani degli strumenti per far funzionare quell’optional ormai in disuso che è il cervello. Questo Centro vuole provare ad essere uno di quegli strumentiâ€. Personalmente concordo con entrambi. E aggiungo: qua e la ci sono luoghi dove il lavoro sulla canzone è importante (non dimentichiamo il centro De Martino o quel che Gianni Borgna sta facendo all’Auditorium di Roma), ma un progetto così completo, complesso e trasversale come quello del Centro di Bologna attualmente forse non esiste.
Walter Gatti
